Pagina curata da: Tatano Rita, Piscopo Sofia, Miceli Ilenia Rita, Russotto Marta, Mangiapane Agata.

il presepe vivente a cammarata

Il presepe vivente nasce all’interno della Comunità parrocchiale di San Vito a Cammarata, nel 2003. Promosso e realizzato dall ‘Ass. SS. Crocifisso Degli Angeli, e sotto la guida di Mons. Liborio Russotto, anche che porta a conoscere a fondo, il mondo magico di una antica tradizione come quella del Natale. Iniziativa che riesce attraverso la nascità di Gesù, a raccontare l’evento che ha cambiato il corso della storia.

Ambientato storicamente nella civiltà di Cammarata di fine 800 e inizio 900, è rappresentato in un complesso di case del nostro centro storico, dove le strade si trasformano in uno scorcio di vita quotidiana, che ha come protagonisti pastori, animali, artigiani e contadini, che ci fanno rivivere il Natale, attraverso la vita semplice di altri tempi, riproponendo attività scomparse, usanze dimenticate e costumi e sapori di vita tramontati, dove affondano le nostre radici, per cercare di mantenerli vivi e presenti nella memoria storica della nostra terra.

Le viuzze, le cantine e vecchie stalle, un tempo abitate dalle antiche famiglie e oggi ormai in disuso, si rivestono di luci, gesti, canti e sapori di un tempo, prendendo vita attraverso i numerosi vestiti da contadini, animano le scene dentro le case e lungo tutto il percorso, facendo rivivere al visitatore, un’emozione unica e irripetibile, lasciando un ricordo indelebile a chi lo visita per la prima volta.

Il presepe, nel caso di Cammarata, è una manifestazione religiosa e folkloristica.

http://www.presepeviventecammarata.it


la festa di gesù nazzareno a san giovanni gemini

Motivo di orgoglio dei sangiovannesi è sicuramente il "Carro trionfale"; viene costruito in occasione della festa di Gesù Nazareno che cade solitamente nella seconda settimana di Giugno. E' trainato, per Corso Francesco Crispi, lungo un percorso declive di circa 400 metri, simbolicamente da una coppia di buoi, in realtà dagli sforzi e dall'entusiasmo di centinaia di fedeli, tramite una fune lunga 80 metri.

Con una forma slanciata, è costituito da settori quadrangolari sovrapposti, che si restringono salendo verso la cima, viene addobbato una settimana prima della festa, e impreziosito con stoffe di vaio colore, drappi di velluto, angeli di carta pesta fiori e bandiere multicolore. Alla base, a forma di barca, prendono posto due bande musicali, che durante la scinnuta (il sabato) e l'acchianata (la domenica) con le loro musiche sottolineano la "cunnuciuta" del carro.

La devozione a Gesù Nazareno è radicata nel cuore e nella vita di ogni Sangiovannese, Cammaratese e abitanti dei paesi vicini. Questa devozione si esprime nelle invocazioni di aiuto e di grazia particolari, che trovano il loro momento culminante nel “ viaggio a piedi scalzi” per grazia ricevuta, con la commovente processione dei ceri che si svolge la domenica mattina.

Tra le feste popolari della Sicilia, la festa di Gesù Nazareno conserva ancora oggi una caratteristica unica, il Carro Trionfale, per la sua particolare struttura artigianale e per la sua imponenza.

Sulle vere motivazioni che hanno originato la costruzione del Carro non si sa praticamente nulla, ma è certo però, che durante la dominazione spagnola, nei secoli XVI e XVII in Sicilia, ebbe larga diffusione l’usanza di costruire un Carro Trionfale in legno, di forma piramidale, arricchito da sculture e stoffe, in occasione della ricorrenza della festa più importante o del santo patrono, questo spiega il perché venga costruito per Gesù Nazareno.

Raggiunge un’altezza di circa 21 m. è costruito da settori quadrangolari sovrapposti a scalare fino a raggiungere la vetta dove viene posta la croce.

Ha la base, a forma di barca, allungato a poppa e a prua, dove vengono posizionate le bande musicali.

L’intera struttura del Carro poggia su una base alla quale sono legati, con corde di canapa, gli assi in legno di olmo e le ruote raggiate costruite artigianalmente.

La tradizione vuole che un' immagine del Nazareno sia stata ritrovata, dentro un pozzo, da un contadino, che lavorando la terra con i buoi, si siano fermati rifiutandosi di proseguire. In quel posto oggi sorge il Pozzo di Gesu' Nazareno, dove in un piccolo altare è posta l'immagine di Gesù Nazareno.

 

"A costruzioni du Carru"

Avviene all’inizio di Corso Francesco Crispi e si prolunga per un mese.

Una settimana prima dell’inizio dei festeggiamenti, il Carro viene addobbato, come nella tradizione dei carri trionfali, con drappi di velluto, angeli di carta pesta fiori e bandiere multicolore.

"A custodia di li roti"

E’ un incarico che si esegue durante la “cunnuciuta” del Carro.

Comprende la sorveglianza delle ruote, il controllo delle reazioni degli assi, durante le partenze e le improvvise deviazioni del Carro.

La squadra addetta alle manovre di spostamento del Carro, poche decine di metri avanti li precede il "Timoniere", che li dirige.

"A Maschiata"

Si tratta di uno spettacolo di mortaretti che si svolge il sabato a mezzogiorno, lungo il corso F. Crispi per annunziare il percorso del carro. Tradizionalmente simboleggia la purificazione del percorso per allontanarne i pericoli (molto simile all'antica battitura dei materassi durante la Settimana Santa, che serviva a proteggere la famiglia).

"A vistuta di li vua"

Riguarda l’addobbo dei buoi, che precedono il carro, con drappi di velluto ricamati con filo di seta e ghirlande di carta. Si svolge in via Teatro, tradizionalmente ad opera della famiglia Lombino, che per l'occasione organizza un rinfresco per i centinaia di presenti.

La tradizione vuole che un' immagine del Nazareno sia stata ritrovata, dentro un pozzo, da un contadino, che lavorando la terra con i buoi, si siano fermati rifiutandosi di proseguire. In quel posto oggi sorge il Pozzo di Gesu' Nazareno, dove in un piccolo altare è posta l'immagine di Gesù Nazareno.

"A cunnuciata du carru"

Riguarda la sfilata del Carro lungo il corso Francesco Crispi , la sera del Sabato e della Domenica, per un percorso di circa 400 mt.

Il Carro deve essere prudentemente trainato o frenato, secondo il bisogno, lungo il percorso declive, tra un mare di folla attenta e plaudente, che lo accompagna con preghiere e acclamazioni.

Si giunge verso mezzanotte, in piazza Purrello dove il Carro sosta sino all’indomani.

La Domenica, nel tardo pomeriggio, comincia “l’acchianata” che, certamente, è più difficile per la strada in salita e la varietà delle manovre necessarie.

Il Carro conclude la sfilata verso le ore 24,00 mentre il popolo recita il Pater Noster e l’Ave Maria e inneggia a Gesù Nazareno.

La processione a piedi scalzi.

La processione si snoda a piedi scalzi per voto

Fin dalle prime ore del mattino i fedeli, la maggior parte a piedi nudi, si recano nella Chiesa Madre per il “viaggio” di ringraziamento, subito dopo la Santa Messa, inizia la processione dei ceri votivi e della corona aurea con i fedeli, che disposti su due file ed in preghiera, sfilano per le vie del paese. A mezzogiorno i fedeli in processione, rientano in Chiesa dove, dopo avere presentato le loro offerte, si recano ai piedi di Gesù Nazareno per esprimere il loro vivo ringraziamento.

La Corona Aurea

La corona aurea, del peso di Kg. 1,500 circa, è frutto dell’amore e della devozione dei Sangiovannesi e Cammaratesi a Gesù Nazareno. L’idea di creare una corona d’oro con i doni votivi, era affiorata nel 1960 con il consenso del clero, del comitato e dei cittadini devoti, e poiché i doni votivi non erano sufficienti a coprire le spese, si pensò di raccogliere altro oro nei due paesi; allora si verificarono scene particolarmente commoventi: sangiovannesi e cammaratesi di ogni età accorrevano spontaneamente presso il comitato e generosamente offrivano oggetti d'oro di ogni tipo e dimensione.

L’11 giugno del 1961 il sogno si concretizzava: Mons. Giovanni Battista Peruzzo, in quel tempo arcivescovo di Agrigento, cingeva il capo di Gesù Nazareno con una corona d’oro.

La processione della Croce

Dall’origine (1677) e per due secoli e mezzo la festa di Gesu’ Nazareno veniva celebrata il sabato e la domenica; verso la fine del 1800 la famiglia Napoli acquistò una Croce, alta m. 2,60 a larga m. 1,50, bellissima in rame con fusione argentea, sostenuta all’interno da una struttura in legno pregiato della stessa dimensione; a forma di croce latina, presenta dei terminali a trifoglio artisticamente lavorati, con al centro il busto ed alto rilievo dei tre evangelisti Matteo, Marco e Luca. Al centro del braccio lungo spiccano, poi, il rilievo della testa di Giovanni l’Evangelista e due puttini reggenti un fregio fiorato.

La Croce è decorata con fregi attinenti alla crocifissione e morte di Cristo e bassorilievi raffiguranti ornamenti militari romani. Il decoro è risaltato da una raggiera esterna, adorna di luce, posta sulla testata della Croce e da una interna, ad otto spruzzi, che la centra. Il venerdì della festa la Santa Croce, dopo la benedizione nella Chiesetta di Santa Lucia, viene portata solennemente in processione per le vie principali del paese fino alla Chiesa Madre, qui vi rimane fino al lunedì, giorno conclusivo del festeggiamenti, per fare il percorso inverso, in solenne processione verso la Chiesetta di Santa Lucia, dove, con la benedizione e il ringraziamento del parroco, si conclude mestamente la festa religiosa più importante dell’anno.