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la festa di santa rosalia

Si svolge la prima domenica di giugno, la festa di Santa Rosalia, patrona del paese, cinque giorni di festa per la Santa Patrona con il Solenne pellegrinaggio all'Eremo della Quisquina. Dal sabato al mercoledi Riti religiosi, mostre e spettacoli musicali. Il martedi lo storico Pellegrinaggio, dal 1624 il busto con le reliquie di S.Rosalia viene portato dalla Chiesa madre all' Eremo della Quisquina, preceduto da una suggestiva cavalcata.

La leggenda narra che: Nella selvaggia foresta del Monte Quisquina una damigella della principessa Margherita di Navarra della corte di Guglielmo I volle fissare la sua dimora. Era l’anno 1150 circa quando Rosalia, figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina e delle Rose, lasciò la città di Palermo e le agiatezze della corte per rifugiarsi nell’oscura e freddagrotta della Quisquina: “per amore del suo Signore Gesù Cristo”. Il tempo lo trascorse nella preghiera, nella contemplazione e nel silenzio. La grotta aveva una stretta apertura in alto che rendeva difficile l’accesso.  All'interno c’erano delle celle molto umide, nella prima Rosalia lasciò scalfita con le proprie mani l’epigrafe: “Ego Rosali Sinibaldi quisquine et rosarum domini filia amore Domini Mei Jesu Cristi ini hoc antro habitari decrevi” cioè ” Io Rosalia figlia di Sinibaldo padrone della Quisquina e del monte delle Rose ho deciso di abitare in questa grotta per amore del mio Signore Gesù Cristo". Nella quarta cella si trova un grosso macigno a forma di letto, dove la Santa trascorreva le ore della notte. Rosalia probabilmente sarà rimasta in questa grotta per tanti anni. Nella parte bassa dell’epigrafe ci sono dei segni che sembrano indicare in numero 12. In seguita Rosalia, forse perchè scoperta, lascerà la Quisquina per rifugiarsi definitivamente nella grotta del Monte Pellegrino a Palermo. Il dies natalis della santa si fa risalire al 4 settembre 1166 circa. I Normanni in quel tempo andavano a caccia alla Quisquina e nelle terre vicine. Il monte Quisquina faceva parlare di Rosalia e così anche il bosco ha conservato il suo nome. Nelle adiacenze della grotta fu costruito un altare in pietra. Ogni anno, il martedì dopo Pasqua, gli Stefanesi con i sacerdoti del paese andavano in pellegrinaggio alla Quisquina e celebravano la messa. La devozione alla santa si era diffusa dappertutto e tanta gente si recava alla Quisquina per pregare e intercedere dalla Santa particolari grazie e benefici spirituali. I benefici compiuti non si poterono più contare. Per la protezione della Santa gli Stefanesi furono risparmiati dalla peste. Alle bambine del paese si dava il nome di Rosalia che stava scritto nei registri parrocchiali. Una preziosa testimonianza di tanta devozione e del culto antico lo dimostra una tela del 1464 che si è sempre conservata nella Chiesa Madre e riproduce i tre protettori del paese: S. Stefano protomartire, la Madonna della Catena, e S. Rosalia con una rosa in mano e un diadema di rose sulla testa. È scritto che nella città di Palermo infuriava la peste e tanta gente moriva. La città fu dichiarata infetta e tanta gente scappava in altri paesi e in tutte le chiese si pregava il Signore perchè allontanasse quel terribile flagello. La mattina del 15 luglio 1624 sul monte Pellegrino furono ritrovate le ossa della Santa. Tale notizia si diffuse dappertutto e quando furono portate in città la peste scomparve. La notizia del rinvenimento delle ossa si diffuse anche a S. Stefano. Due muratori palermitani che lavoravano nella costruzione del convento di S. Domenico, il 24 agosto 1624, si recarono alla Quisquina e si misero alla ricerca della grotta. Trovarono i ruderi di un altare e tra gli sterpi una piccola apertura, nella parte superiore era segnata una piccola croce e dopo aver allargato la fessura entrarono nella grotta e cominciarono a pulirla delle tante incrostazioni. Si accorsero che in un grosso macigno c’erano dei segni simili a delle lettere che non riuscirono a leggere. Essendo giunti a sera dovettero tornare in paese e raccontarono quello che avevano scoperto. Il giorno successivo i sacerdoti del paese con i padri Gesuiti di Bivona e tanta gente si recarono alla Quisquina, entrarono nella grotta e poterono leggere i segni che vi erano scalfiti “Ego Rosalia..” Era il testamento spirituale della Santa scolpito nella dura roccia con le proprie mani. I sacerdoti con alcuni notabili attestarono quanto era stato scoperto: la grotta di S. Rosalia e la epigrafe. Era il 25 agosto 1624. Fu redatto e sottoscritto un atto che riportava loro testimonianze. Gli Stefanesi chiesero all’Arcivescovo di Palermo, Cardinale Doria, le reliquie della Santa che furono donate il 25 settembre 1625. Collocate in uno splendido busto argenteo, raffigurante la Santa, si conserva nella Chiesa Madre di S. Stefano Quisquina in una artistica cappella. Alla Quisquina nelle adiacenze della grotta fu costruita una piccola chiesa e poi un convento.

 

La Festa: Gli Stefanesi hanno sempre amato e onorato Santa Rosalia fin dai primi tempi che la Santa si rifugiò nella grotta della Quisquina e con grande solennità celebrano la festa della loro Patrona. Il programma alterna in cinque giorni, momenti di grande intensità religiosa, durante la processione del busto con le reliquie, a momenti di svago con tradizionali giochi in piazza, gruppi folkloristici e cantanti. Il martedì, una processione di fedeli accompagna l'argenteo busto della santuzza dalla Chiesa Madre fino all'Eremo, attraverso un suggestivo percorso tra campagne ed il secolare bosco della Quisquina. Il simulacro è portato a spalla dai devoti provenienti da varie località della Sicilia preceduti da un centinaio di cavalieri che, con i loro migliori cavalli dalle ricche bardature, danno vita alla tradizionale cavalcata. All'arrivo al Santuario, dopo la Messa, è tradizione consumare un ricco pranzo a base di carne di agnello arrostita nel bosco circostante. Nel tardo pomeriggio, un lungo corteo di fedeli in macchina scorta il ritorno della santuzza sino all'entrata del paese, dove si ricompone la processione guidata dai cavalieri, per condurre l'argenteo busto sino alla Chiesa Madre.

 

"L'itinerarium Rosaliae"

 

Il 5 giugno 2015, alla presenza dell'Arcivescovo della Diocesi di Agrigento il Cardinale Francesco Montenegro viene inaugurato "L'Itinerarium Rosaliae" un sentiero lungo 160 km che collegherà i due principali Santuari di Santa Rosalia, quello della Quisquina con quello di Monte Pellegrino a Palermo. Si tratta di un sentiero realizzato dalla forestale che ripercorre la strada che la Santa fece quando lasciò la Città di Palermo e si rifugiò nella grotta della Quisquina, attraverserà numerosi paesi e riserve naturali. Una tela raffigurante gli "Antichi protettori" del paese che sono: Santo Stefano Protomartire, Madonna della Catena e Santa Rosalia oggi conservata nella Chiesa Madre, ci attesta come già nel 1464 a Santo Stefano c'era un forte culto e devozione verso Santa Rosalia la vergine palermitana, prima ancora che venissero scoperte le reliquie della Santa sul Monte Pellegrino avvenuta il 15 luglio 1624 il popolo stefanese sapeva che una fanciulla si era rifugiata nel secolare bosco della Quisquina, infatti ogni martedì seguente la Pasqua gli stefanesi si recavano alla Quisquina in pellegrinaggio celebrando la messa su un rudero altare perché ancora non si sapeva bene il luogo e il posto dove la santa aveva stabilito la sua dimora. La notizia della scoperta delle Reliquie della Santa si diffuse in tutta la Sicilia così il 24 agosto del 1624 due muratori palermitani decisero di andare alla Quisquina e di cercare la grotta della Santa. Trovarono tra le sterpaglie un buco e si calarono dentro, mentre scendevano notarono sulla parete alcuni segni che sembravano lettere, essendo ormai sera decisero di ritornare in paese e di ritornarvi l'indomani. Il giorno seguente tutto il popolo stefanese con il clero andarono alla Quisquina, pulirono dalla crosta calcarea quelle lettere per poterle leggerle e con un carboncino le riscrissero; era il testamento spirituale di Santa Rosalia che dice: "Ego Rosalia Sinibaldi quisquinae et rosarum domini filia amore domine mei jesus cristi in hoc antro habitare decrevi" Io Rosalia Figlia di Sinibaldi padrone della Quisquina e del Monte delle Rose per amore del mio Signore Gesù Cristo ho deciso di abitare in questo oscuro antro" sotto l'epigrafe c'è un numero 12 gli studiosi sostengono che siano gli anni in cui la Santa restò alla Quisquina. Subito dopo la scoperta della grotta fu eretta una cappella e in seguito fu costruito l'Eremo con il Santuario. Ogni anno il martedì successivo alla prima domenica di giugno il popolo stefanese si reca in pellegrinaggio, portando in processione il busto argenteo con le reliquie di Santa Rosalia donato il 12 ottobre 1625, alla Quisquina in quella grotta che ospitò la Santa prima di stabilirsi sul monte Pellegrino a Palermo.


altre festività

Il 19 marzo, festa di San Giuseppe, con allestimento del tradizionale " Altare di San Giuseppe" e processione del simulacro del santo per le vie del paese.

 

I Riti della Settimana Santa, con la suggestiva processione dell'urna con il Cristo morto accompagnato dal tradizionale "Lamento".

 

Il 17-18 giugno, festa di San Calogero, processione notturna del Santo al "Pizzo di S. Calogero"

 

Ultima domenica di luglio, festa di San Giacinto Giordano Ansalone, con solenne processione del Santo compaesano per le vie del suo paese.

 

Seconda domenica di agosto, festa della Madonna del Carmine con processione del simulacro della Madonna.

 

Seconda domenica di ottobre, Festa della Madonna della Catena, processione per le vie del paese.

 

13 dicembre, festa di Santa Lucia, con benedizione della "Cuccia" e del pane e la processione per le vie del paese.

 

Nella metà di maggio si festeggia da anni la suggestiva "Sagra del formaggio e dei prodotti tipici stefanesi"