Pagina curata da: Piazza Aurora, Sulli Sonia.

La STORIA DI PRIZZI

Mai diatriba più accesa è sorta sull'origine del nome di una città come quello di Prizzi. La teoria più accreditata ne fa risalire l'origine al greco "pyrizein" (accendere fuochi). Comunque sia, i primi abitanti di Prizzi furono greci, si narra infatti che alcuni superstiti di Hyppana, insediamento umano che sorgeva sul monte San Lorenzo.
Nel 260 a .C., Hippana fu rasa al suolo dai consoli romani Alilo Attilio e Caio Sulpizio, perché ritenuta alleata del cartaginese Annibale. Per far fronte alle invasioni arabe, sulla vetta del monte fu costruito un castello con la relativa torre. Nel 1351, sempre i Chiaramontani diedero ai Cavalieri Teutonici il permesso di costruire il Castello di Margana. Nonostante le difese, intomo all'840 d.C. gli arabi, detti anche saraceni, riuscirono a conquistare il paese. A quest'ultimi si deve la bonifica di molte terre, l'introduzione di nuove culture ortofrutticole, la costruzione di fontane e mulini idraulici, lo sviluppo di casali e piccoli insediamenti di cui Prizzi ne costituiva il "capoluogo". Intorno al 1073 i saraceni furono cacciati dai normanni ed il paese conobbe il dominio dei Bonello, dei Villaraut, dei Del Bosco e dei Bonanno, l'ultima nobile famiglia che mantenne la signoria fino all'abolizione della feudalità.

Altra ipotesi sulle origini del Comune di Prizzi sembrano risalire dai superstiti di Hyppana che, nel 258 a.C., originarono il Castello di 'Prixis'. Da alcuni reperti archeologici, ritrovati durante degli scavi, su la 'Montagna dei Cavalli', posta difronte a Prizzi, Hyppana risale al periodo Sicano. Questa città, è stata probabilmente fondata da Gerone, intorno al 476 - 480 a.C. Si narra che, in seguito ad un assalto dei Romani, gli Hyppani si rifugiarono sulla Montagna; da qui la nascita del popolo di Prizzi. Dai documenti ritrovati risulta che Prizzi, nel '700, era dominata dall'imperatore bizantino Costantino V Copronimo, che fece distruggere le chiese cristiane, imprigionò i sacerdoti e si impadronì di tutti i loro beni. Dopo l'impero bizantino fece seguito quello saraceno. Prizzi fu poi conquistata dai Saraceni alla fine dell'800. Fu in questo periodo che in ogni luogo abitato si costruirono, per propria difesa, torri o castelli e furono i saraceni, una volta occupato il paese, a costruire altri due torri in aggiunta a quella esistente. Da queste tre torri, in seguito ebbe origine lo stemma di Prizzi dove vi è raffigurato un soldato a guardia.

 

Negli anni che precedettero l'invasione musulmana in Sicilia dell'827, l'Impero bizantino provvide a edificare sulle alture castelli e fortilizi. Monti e colline vennero muniti di torri di guardia e di vedette. In questo periodo, verso il 745, sorge anche il castello di Prizzi, la cui posizione in cima a una rocca isolata lo rende una eccellente stazione ricevente e trasmittente per segnali di fumo e di fuoco. La visuale di cui Prizzi gode è infatti così ampia che, nei giorni di sereno, all'occhio nudo è possibile spaziare da un capo all'altro della Sicilia, dal mare di Sciacca al cono dell 'Etna. Poco meno di dieci anni dopo la caduta di Palermo, tra l'839 e l'840, il presidio bizantino sul castello si arrende ai musulmani. Nello stesso periodo gli si arrendono Marineo, Corleone e Caltabellotta. Alla intelligente politica agraria dei conquistatori musulmani, cui va il merito di avere finalmente spezzato l'iniquo sistema dei latifondi di origine romana, Prizzi deve l'edificazione di molti casali, la bonifica di varie terre e l'introduzione delle culture ortofrutticole. Al loro culto dell'acqua deve la fabbrica della maggior parte dei suoi antichi abbeveratoi e mulini idraulici. Al loro rispetto per gli alberi - condensato nel famoso detto secondo cui 'chi pianta un albero, agli occhi del Dio Eterno è simile a colui che compie il pellegrinaggio alla Mecca' Prizzi deve l'impianto di nuove specie arboree, tra le quali il pistacchio, il sommacco e il gelso.Dalla conquista musulmana dell'8391840 alla riconquista cristiana del 1078/1080 l'insediarriento attorno al castello si estende. Acquisisce tale rinomanza da venire incluso nel celebre trattato di geografia che Muhammad ibn Idris compone al tempo di Ruggero II re di Sicilia (1154), e nel quale di Prizzi si legge che è 'un castello posto in ottima posizione e ben fortificato, con un borgo popolato, acque correnti e sorgive, vaste distese di terre da semina e prodotti molto lucrativi'. Poco alla volta e per un insieme di eventi favorevoli, Prizzi si costituisce capoluogo dei casali e villaggi vicini e si attribuisce un esteso entroterra che diviene la sua 'provincia'. Questo territorio su cui Prizzi riesce a imporsi e che ormai di diritto gli appartiene, nel 1155 viene smembrato da Matteo Bonello, signore normanno di Prizzi, che rinuncia ai propri diritti su tale territorio e ne assegna una parte al monastero di S. Angelo e una parte, cinque anni dopo, al monastero di S. Cristoforo. La donazione di Matteo Bonello al monastero di S. Angelo del 1155 fonda l'attuale territorio comunale di Prizzi. Quella al monastero di S. Cristoforo del 1160 l'attuale territorio comunale di Palazzo Adriano. La divisione dell'antico territorio di Prizzi in due territori distinti è ratificata e diviene definitiva nel 1273. Dalla somma dell'attuale superficie del Comune di Prizzi (9.502 ettari) e di quella di Palazzo Adriano (12.925 ettari) risulta che l'antico territorio di Prizzi ammontava a 22.427 ettari.


arte e architettura

Prizzi è un paese tutto da visitare a piedi, per godere meglio l’atmosfera delle viuzze e delle stradine. Ci sono molte chiese che meritano di essere viste.

La prima chiesa che si incontra entrando nel centro storico è la Chiesa di S. Francesco, risalente al 1600. La facciata è in pietra viva e presenta 2 porte in bronzo opera di Governali. Attaccata alla chiesa troviamo la torre campanile ed il convento.

Salendo verso l’alto si incontra la Chiesa Madre dedicata a S. Giorgio, costruita dai Chiaramonte. Sull’altare maggiore si trova la colorata statua di San Giorgio, protettore del paese, e nella cappella a destra quella stupenda di San Michele Arcangelo, concordemente attribuita a Antonio Gagini.
Sulla cima più alta della collina si trovano i ruderi del Castello di Prizzi, di cui rimane visibile un’alta torre recentemente ristrutturata.


beni ambientali

Per gli amanti dei paesaggi più naturali, poco fuori dal paese si trova il Lago di Prizzi. Si tratta di un bacino artificiale ma è ben inserito nel contesto naturale e sicuramente offre notevoli spunti agli amanti della fotografia paesaggistica.


tradizioni

Il paese di Prizzi è molto legato alle antiche tradizioni religiose. La domenica di Pasqua si può assistere al Ballo dei Diavoli, in cui personaggi vestiti da diavoli con tute rosse, una grande maschera di cartone sul viso con una grossa lingua di stoffa a penzolare, una pelle di capra sulle spalle, una catena in mano, disturbano le persone, simboleggiando l’eterna lotta tra il bene ed il male. Sin dalla mattina del giorno di Pasqua due diavoli mascherati (vestiti di rosso) e la morte, vestita di giallo, si aggirano indisturbati per le strade del paese, facendo scherzi e trattenendo i passanti, che vengono rilasciati solo in cambio di un obolo (soldi o dolci). Il culmine della manifestazione avviene il pomeriggio, quando i diavoli tentano di impedire l'incontro, nella piazza principale del paese, tra le statue del Cristo e della Madonna. Ad essi si oppongono gli angeli che scortano le statue: è questo contrasto, effettuato secondo precise movenze ritmiche, che viene chiamato il ballo dei diavoli. Una volta sconfitti i diavoli, il Cristo risorto e la Madonna si possono finalmente incontrare (in sic. u 'ncontru) e il Bene trionfa sul Male.
Nel periodo natalizio va in scena il Presepe Vivente, che ben si sposa con lo stile antico del paese.
Non mancano occasioni anche durante l’anno. Per la festa di San Giuseppe viene allestito Convito di San Giuseppe, ovvero un’enorme tavolata ricca di cose da mangiare preparate da tutte le famiglie che hanno fatto un voto. Al banchetto partecipano tutti i devoti presenti. Il 23 aprile si festeggia S. Giorgio, patrono della città, mentre a luglio si festeggia la Madonna del Carmelo.